alrlecchino---manifesto-2 

Sabato 7 settembre | ore 21.00

Domenica 8 Settembre | ore 18.00

Domenica 10 Novembre | ore 17.00

ARLECCHINO DEUCALIONE. Approdo in Magna Graecia

di Michele Monetta – riscrittura scenica in chiave di teatro contemporaneo da “Arlequin Deucalion” di Alexis Piron

con
ANNA MARIA DE LUCA
LUCA MARIA MICHIENZI
PIERPAOLO BONACCURSO
JOSEPHINE CARIOTI
LUCIA CRISTOFARO
FABIO TROPEA

Costumi  Michele Monetta; Scene  AnnaMaria De Luca;

Disegno luci  Gianni Grasso; Linguaggio musicale  Fabio Tropea

regia MICHELE MONETTA

Realizzazione maschera arlecchino  Maria Laura Buonocore; Imago mito contemporanee  Nino Pracanica
Assistente regista  Greta Belometti; Realizzazione costumi  Mariella Bruzzese;

Organizzazione Franco Marzocchi

Una produzione del Teatro del Carro – Pino Michienzi nell’ambito del progetto di  Residenza Teatrale “MigraMenti”.

Il testo ispirato al mito greco di Deucalione (figlio di Prometeo) è tratto da un’opera teatrale del ‘700 scritta per un teatro di “fiera” all’aperto.

Il mondo è stato colpito da un grande diluvio. Tra le onde del mare in tempesta, tra fulmini e pioggia, aggrappato ad un barile, l’unico superstite dell’umanità è Arlecchino. Allo stremo delle forze, dopo aver pregato e scongiurato il dio Nettuno a gran voce di risparmiarlo Arlecchino riesce a sopravvivere miracolosamente al cataclisma. Egli resiste tra le fredde e gigantesche onde per essere infine gettato dal mare su una piazza deserta piena solo di sabbia, calcinacci e detriti.

Euforico Arlecchino si autoproclama subito re del mondo intero, ma poi si rende conto di essere rimasto solo. Nella disperata esigenza di incontrare un essere vivente si avventura nella boscaglia circostante. Con affanno e spavento incontra Themis la divinità greca della Giustizia. Themis gli rivela la maniera di ripopolare la Terra ma usa un’ambigua e misteriosa formula che il povero Arlecchino non riesce a decifrare, perché la figura parla una lingua arcaica e misteriosa, nonché complessa nei concetti.

Solo l’apparizione di uno spirito totalmente folle chiamato Polichinelle-Momus gli svelerà l’oracolo.

In innumerevoli narrazioni dell’antichità l’elemento sconvolgente del diluvio ha sempre rappresentato l’accadimento rigenerante dell’intera umanità, oltre ad essere un passaggio traumatico che invita a una concreta e profonda riflessione sulle proprie ragioni di vita.

La messa in scena

Gli elementi principali sono: recitazione in italiano, calabrese, arbreshe  e francese; danze popolari del sud Italia; percussioni e strumenti ritmici tradizionali (lira calabrese, fischiotti, tammorre; timpani; crotali…); maschere dimidiate della Commedia dell’Arte; maschere tragiche e comiche; pantomima

LA COMPAGNIA TEATRO DEL CARRO

Il Teatro del Carro vuole che la matrice dei propri programmi culturali sia continuamente fonte di memoria storica, pianificata e divulgata fra dramma e commedia, per divenire bagaglio di conoscenza e tradizione per le giovani generazioni.

Programma ambizioso per cui “il Carro” si fa continuamente testimonial di una terra difficile e ostica che deve riappropriarsi di una cultura che per secoli le è appartenuta e alla quale la società migliore non intende assolutamente rinunciare.

Finalità primaria della Compagnia è la valorizzazione di autori di nascita o di adozione calabresi, attraverso la rappresentazione teatrale dei loro testi, ovvero attraverso la poesia, il racconto, il romanzo, il diario, l’intervista, la testimonianza e quant’altro, per meglio divulgarli e raccontare inoltre accadimenti verificatisi in Calabria, per meglio comprendere la crescita civile e morale di un popolo, monitorandoli con micro-storie di gente comune fatte di piccole abitudini, di gioie o di amarezze quotidiane, di sentimenti graffiati a volte minimizzati se non del tutto trascurati; e macro-storie per più roboanti eventi di epoche passate che hanno segnato fatalmente le vicende e il destino di questa terra.

Selezione severa, dunque, dei testi, nell’interesse di una politica culturale d’appartenenza etnica, storica e linguistica, quest’ultima intesa come idioma, lingua madre e non come vernacolo tout court. E anche di questo interesse-dovere si fanno carico i responsabili artistici del Teatro del Carro, analizzandone il profilo essenziale e tentando, attraverso le finalità già evidenziate, di non far sparire del tutto la tanto appellata e pur tuttavia trascurata “identità”.

La Compagnia ha all’attivo oltre 25 anni di esperienza e i suoi componenti sono professionisti attori, registi e autori.

Dal mese di maggio 2012, la Compagnia è titolare della Residenza Teatrale “MigraMenti. Poetiche del Viaggio”, cofinanziata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria attraverso POR Calabria Fesr 2007/2013 L.I. 5.2.2.2.

MICHELE MONETTA

Regista, Attore e Insegnante di Mimo Corporeo tecnica Decroux, Maschera e Commedia dell’Arte, Specializzato in pedagogia teatrale. Allievo del M° Etienne Decroux. Gli studi artistici-figurativi e poi di architettura all’Università di Napoli Federico II gli creano un interesse particolare per la scenografia e lo studio del corpo e del movimento nello spazio. Dopo i primi studi di dizione, clown e pantomima a Roma al MimoTeatroMovimento, si trasferisce a Parigi e per circa tre anni studia mime corporel con il M° Etienne Decroux. Contemporaneamente si perfeziona all’École de Mime Corporel Dramatique de Paris con i maestri Steve Wasson e Corinne Soum. Negli stessi anni frequenta l’École Nationale du Cirque Fratellini per la danza, l’equilibrismo e il clown. Dal 1976 ad oggi è stato regista, attore, mimo e coreografo in produzioni teatrali di testi di Goldoni, Gozzi, Piron, Beckett, Rodari, Lorca, Rilke, Petrolini, Compagnone, Artaud, Scabia, Majakovskij, e in Opere Musicali di Stravinskij, Rossini, Offenbach, Mozart, Cimarosa, Paisiello, Jommelli, Donizetti, Pergolesi, Monteverdi, Lucchetti, Banchieri. Si è specializzato negli anni ’90 a Parigi con Monika Pagneux in pedagogia teatrale. Ha lavorato con i registi: Vera Bertinetti, Giacomo Battiato, Giancarlo Cobelli, Ruggero Cappuccio, Ugo Gregoretti, Peter Clough, Ken Rea, Dino Partesano, Constantin Costa-Gavras, Mariano Rigillo, Lorenzo Salveti, e con i musicisti Salvatore Accardo, Riccardo Muti, Roberto De Simone. Ha collaborato come regista con la Sezione didattica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Ha lavorato come curatore dei movimenti scenici, mimo e regista per Il Teatro di San Carlo di Napoli, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Lirico Vittorio Emanuele di Messina, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Lirico Sociale di Rovigo e per il Teatro Lirico dell’Aquila di Fermo. Dal 1991 collabora con il prof. Marco De Marinis e con il DAMS di Bologna per seminari, laboratori, videoforum e convegni. Ha condotto laboratori di mimo corporeo alla sessione del Teatro Eurasiano diretta da Eugenio Barba. Ha coperto il ruolo di regista, attore e insegnante in Italia, Francia, Svizzera, Ungheria, Polonia, Russia, Grecia, Indonesia e Malesia. Nel 1999 è co-fondatore e co-direttore del Centro Internazionale di Ricerca sull’Attore che raccoglie, coordina e sviluppa attività nel campo del teatro, della musica, della pedagogia nell’arte drammatica e dei linguaggi multimediali e promuove i settori: Scuola di Mimo Corporeo, Laboratorio Espressivo Dramma Arte (LEDA), Atelier di Commedia dell’Arte, nonché la compagnia teatrale. È docente di Maschera e Commedia dell’Arte all’École-Atelier Rudra diretta da Maurice Bejart in Svizzera. Insegna maschera e mimo all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma.

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