il filo non è spezzato

 

Sabato 2 Novembre | ore 18.00

IL FILO NON E’ SPEZZATO

Reading a cura di

AnnaMaria De Luca

con

Attilio Gualtieri

Giuseppe Gualtieri


E perché non una poesia assieme ad un fiore, una preghiera o una candela?
La commemorazione dei defunti è una tradizione molto sentita in tutto il mondo e sottolinea come l’unione sempre viva e quindi fortissima del cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali, dai riti che hanno, in tutta Italia, significati e finalità simili: ricordare in primis, salutare, accogliere, confortare, placare le anime dei cari defunti. Un motivo ricorre nelle tradizioni popolari della festa dei morti: la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. E molte delle antiche usanze vivono ancora.
Dalla Calabria al Trentino, dalla Sicilia alla Liguria la tavola si lascia apparecchiata e le credenze aperte e il focolare resta acceso durante la notte, si mette in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi, si consumano dolcetti devozionali detti “dei Morti”, quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più, le campane suonano per molte ore a chiamare le anime intorno alle case a spiare alle finestre e perciò si lasciano lumini accesi sui davanzali come punti di riferimento; si approntano banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a partecipare. Quasi tutte le regioni italiane hanno un piatto di rito per questo giorno, ed i cibi, dolci e pani antropomorfi esistevano già al tempo dei Romani.
Lagana e ciciari (fettuccine con i ceci) perché si dice che durante il giorno si devono mangiare i ceci, e il pomeriggio si semina un po di grano per garantire la fertilità, la Sfilza, una collana fatta di mele e castagne bollite, “Dita di Apostolo”, “Bacilli” (fave secche) e i “Balletti” (castagne bollite), I “Pupi di zuccaro”. Cioccolatini e monetine e confetti.
Suggestiva a Roma una tradizione cerimonia di suffragio per le anime che hanno trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera sulle sponde del fiume al lume delle torce e si celebrava un rito di canti e fiori. Per scongiurare la tristezza,in Veneto, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro”Ossi da Morti”.” fave in pasta frolla colorata.
La vita è un sogno e morire è come nascere. Nascere nell’ immortalità naturale dell’anima. Non dimenticare vuol dire non morire mai, dedicare il pensiero con parole alte dei poeti è vivere insieme, rafforzandolo, un ricordo e godere della propria memoria.
Viviamo i nostri cari come messaggeri di Luce e d’ amore. Essi ci sono vicini e spesso ci aiutano attraverso la nostra coscienza, i nostri sogni.

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