Venerdì 30 Agosto | Ore 21.45
Teatro Comunale di Badolato

migramenti-agosto-19-retro“GIOVANNA D’ARCO – LA RIVOLTA”
Spettacolo teatrale di Carolyn Gage
con Valentina Valsania
regia Luchino Giordana ed Ester Tatangelo
compagnia Pupilunari / produzione Hermit Crab

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Giovanna d’Arco – la rivolta è il progetto teatrale di esordio della compagnia pupilunari, che presenta il testo di Carolyn Gage per la prima volta in Italia.
Il progetto è prodotto dall’Associazione Culturale Hermit Crab.
L’anteprima avviene nel febbraio 2016 presso le Carrozzerie NOT, spazio di riferimento della scena teatrale contemporanea a Roma.
Successivamente è rappresentato in numerosi Festival e rassegne teatrali.
Vincitore del Lambda Literary Award in Drama, The second coming of Joan Of Arc/ Giovanna d’Arco – la rivolta è il testo d’esordio di Carolyn Gage, drammaturga, performer, regista e attivista.
Il testo fa rivivere Giovanna d’Arco, che ritorna per raccontarci in prima persona la sua infanzia, l’adolescenza, le sue esperienze con i più alti livelli della Chiesa, dello Stato e delle armate militari.

SINOSSI
Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un esercito a 17 anni.
A 18 è stata l’artefice dell’incoronazione di un re.
A 19 si è scagliata contro la Chiesa Cattolica e ha perso.
In “Giovanna d’Arco – la rivolta” Giovanna è anoressica. Un’adolescente in fuga da un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre, che già aveva segnato la madre e la sorella. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione.
Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee.
Racconta la propria esperienza e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili.

giovanna-darco-la-rivolta-guerra-foto-angelo-maggioNOTE DELL’AUTRICE – Carolyn Gage
“Giovanna d’Arco – La Rivolta” è stato il testo del mio “coming out”. L’ho scritta nel 1987, poco dopo essermi dichiarata lesbica, dopo la fine del mio matrimonio, dopo essere stata costretta a lasciare la mia chiesa, dopo aver risanato i miei ricordi di abusi infantili ed essermi separata dalla mia famiglia, mentre cominciavo a sentirmi una drammaturga professionista. Nello stesso periodo, ero stata coinvolta in una causa ad alto profilo contro una grande istituzione statale, nella quale io ero un informatore. Dopo aver respinto un’offerta di patteggiamento, il procuratore generale dello stato aveva alzato il tiro e io mi ero ritrovata ad essere il bersaglio di una moderna caccia alle streghe.
Giovanna d’Arco –la rivolta era un esorcismo per il mio sé di adolescente sopravvissuta e confusa. Cominciavo a capire le fonti della rabbia, della confusione e dei problemi di identità che avevo provato da ragazza, e come le varie cospirazioni impedissero sia alle lesbiche che alle sopravvissute di rivendicare la propria identità. Volevo creare un personaggio che potesse trasformare la vergogna in orgoglio, il dubbio su sé stessa in convinzione militante, e l’odio per sé stessa in un’esplosione di rabbia verso un sistema determinato a mettere le donne l’una contro l’altra, ma soprattutto contro sé stesse.

giovanna-darco-2457-colori-foto-angelo-maggioNOTE DI REGIA
I) Tra donne “La verità? Oh non conosce lei la verità? Non è essa un attentato a tutti i nostri pudori?”
“Quando una donna possiede virtù mascoline c’è da fuggire da essa; e se non ha alcuna virtù mascolina, allora è lei stessa a fuggire da ciò” (Nietzsche)
La Giovanna di Carolyn Gage ci pone di fronte una figura di confine, irrisolta, che pur dando voce incessantemente, non aspira ad un dialogo o ad un compromesso. Una donna che parla in maniera privilegiata alle donne, che le richiama, con orgoglio, ad un identità comune da ritrovare e in parte da reinventare al di fuori del patto sociale declinato al maschile. Una militante che solo specchiandosi nella sua identità di genere trova una via all’amore. Questa bambina sacra, con la sua intransigente purezza, con la sua verginità giurata, fa timore come una santa, ma non lo é. La sua inaccessibilità, la sua chiusura al mondo e alle convenzioni, il suo stare ‘alla testa’ di altri uomini ma mai insieme con essi, la conduce ad una solitudine che odora di trascendenza ma che non prevede perdono o conciliazione. I suoi luoghi di elezione sono la battaglia o la prigione dove è prevista sopravvivenza, non convivenza. Le sue ‘confessioni’ più private non riescono nel faccia a faccia del rapporto intimo ma solo di fronte ad un mare di facce, che sia il pubblico di un tribunale o quello di uno strano teatro post-mortem. Il suo desiderio che le donne abbiano la possibilità di ‘concepire’ un lieto fine, che non preveda il loro completo annichilimento spirituale, la porta a seguire un accidentato percorso di trasfigurazione e salvezza, dove hanno luogo strategie di lotta contro il Tempo , contro la Storia scritta dall’uomo, fino all’appropriazione delle vesti del nemico-maschio in una sorta di atto di cannibalismo rituale. Giovanna suggerita dalle Voci, intrappolate dentro di lei, ha la visione di una donna nuova, di un femminino libero e potente, a cui lei, con il suo corpo magro, arrabbiato, da qualche parte tra maschio e femmina, non può forse arrivare, ma che pre-sente con forza straordinaria. “C’è tanto dolore nell’essere strana, ma c’è anche tanto rispetto. C’è dignità nell’essere strana. Ero strana. Lo sono ancora.’’ – Luchino Giordana

II) Odiare comporta forza, costanza, memoria. Odiare è una disciplina. Chi non vorrebbe impiegare le proprie energie in qualcosa di più piacevole? Giovanna d’Arco di Carolyn Gage odia. Odia in modo incondizionato gli uomini, ma se è vero, come denuncia la Gage, che viviamo da sempre in un sistema maschilista che riserva alla donna ruoli da comparsa, non si può ignorare che lo stesso sistema ha reso vittime tanti uomini. Sono partita da qui, da questa omissione, per provare a comprendere la sete di giustizia di Giovanna e della Gage. Giovanna è e resta innanzitutto una guerriera. Ed è anche una strega. Viaggia nel tempo, dal Medioevo arriva fino a noi. Le streghe viaggiano nel tempo, figure di transizione tra un mondo arcaico e un mondo contemporaneo. Era così nel medioevo, è così oggi. Quando non c’è più spazio per un modo di essere femmina istintuale e quando la donna rivendica questa sua natura, che la società in cui vive non riesce a leggere e controllare, ecco che le donne diventano streghe. Stregoneria altro non è che un percorso di individuazione, che riguarda la donna e allo stesso tempo la società in cui la donna vive. La società nega questo percorso. Si tratta di una spinta opposta, dall’interno verso l’esterno e viceversa: la donna per sopravvivere nella sua verità deve andare contro la società che la contiene e la società che la contiene, a sua volta, per sopravvivere deve andare contro la donna. Era così nel Medioevo, è così oggi. La rabbia esplosiva di Giovanna, che deflagra contro lo spettatore, innesca la consapevolezza che dietro una grande rabbia c’è un amore negato, una natura frammentata, a cui è stato impedito di manifestarsi in pienezza. Giovanna è un’eroina logorroica, ipercinetica, irritante, a volte saccente, e sono questi limiti a renderla clownesca, tenera. Per comprenderla siamo chiamati a sperimentarci in un profondo e totale atto di compassione, un abbraccio amorevole che includa il disagio, la solitudine, il dolore di una donna a cui è stato negato di essere secondo la sua natura di essere. – Ester Tatangelo

2-giovanna-darco-2988-fptp-di-angelo-maggioCOMPAGNIA PUPILUNARI
Giovanna D’Arco – La Rivolta è il primo progetto della compagnia pupilunari fondata nel 2016 da Luchino Giordana (attore e regista), Ester Tatangelo (regista e drammaturga) e Valentina Valsania (attrice e regista).
Un comune sentire, che spazia dal teatro di parola, al teatro fisico, alle arti visive, ha spinto i tre artisti ad unire i loro percorsi individuali, per dare vita a progetti teatrali che privilegiano la drammaturgia contemporanea, con particolare attenzione alle tematiche del femminile.
Dal punto di vista metodologico, i pupilunari incentrano la ricerca sul principio dell’inclusività e della condivisione, sperimentando una pratica creativa non gerarchica, che prevede il coinvolgimento, dal principio e in ogni fase del lavoro, di tutti i professionisti del teatro e delle arti visive chiamati a partecipare al progetto in corso.

LUCHINO GIORDANA
Per il teatro firma due regie: “Tutto è bene quel che finisce bene” di W. Shakespeare. E “Cuore Debole” di F.Dostojevskij di cui è anche il protagonista. Come attore conta numerose collaborazioni con registi del calibro di: Luca Ronconi, Marco Sciaccaluga, Giancarlo Sepe, Fausto Paravidino, Alfredo Arias, Tim Stark, Gigi Dall’Aglio, Walter Le Moli, Roberto Cavosi, Fortunato Cerlino. Interpreta diverse fiction Rai, il film “Garage Olimpo” di Marco Bechis e “Un Milione di giorni” di Manuel Giliberti (nel ruolo di Caravaggio). Il Corto “La Sposa Perplessa” è la sua opera prima come autore e regista cinematografico insieme a Valentina Valsania.

ESTER TATANGELO
Frequenta il corso in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia, si laurea al D.A.M.S. dell’Università degli Studi di RomaTre. Nel 2009 si diploma alla Scuola Romana di Fotografia. Fa esperienze di formazione con Ascanio Celestini; Marco Baliani; Marco Martinelli; Emma Dante; Fabrizio Crisafulli; dal 2014 metodo Linklater con Alessandro Fabrizi, Oliver Mannel, Leonardo Gambardella, Paula Langton, Ken Cheeseman, Susan Main, Merry Conway. Dal 2007 inizia a collaborare – come aiuto regia, drammaturga e organizzatrice – con registi e autori del panorama italiano, in particolare avvia una collaborazione artistica con Fortunato Cerlino. Dal 2009 conduce laboratori teatrali per ragazzi e docenti di Scuole Superiori, Biblioteche, Università della Calabria- UNICAL (CS). Dal 2009 al 2012 organizza e dirige il TTFestival, festival di teatro indipendente, in Calabria. Dal 2014 avvia con un gruppo di attori e vocal coach un progetto, in corso, di devised theatre sulla tecnica del clown, coordinato dall’acting coach e performer statunitense Merry Conway.

VALENTINA VALSANIA
Ha una formazione artistica legata sia alla prosa che alla danza. Per il teatro di prosa lavora con Michele Placido, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Giancarlo Sepe, Antonio Calenda (presso il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia), Fortunato Cerlino, Pierfrancesco Favino. Per il teatro-danza collabora con Daniele Abbado, Sean Walsh, George Iancu. E’ interprete della fiction Rai, e nel cinema italiano è diretta da Salvatore Nocita, Fausto Brizzi, Federico Zampaglione, Luigi Perelli, Enrico Oldoini, Aku Louimies. Scrive, interpreta e dirige il Corto “La Sposa perplessa”, insieme a Luchino Giordana.

HERMIT CRAB
L’Associazione Culturale Hermit Crab nasce nel 2011, con l’obiettivo di ideare, sostenere e promuovere progetti di arte visiva e performativa, quali produzione, allestimento e distribuzione di spettacolo dal vivo, organizzazione di corsi di formazione, convegni, mostre, festivals. Dal 2011 Hermit Crab supporta progetti artistici diversi per natura e poetica e avvia collaborazioni con Istituti Scolastici, Biblioteche, Comuni ed Enti, tra cui: Comune di Tropea, Sistema Bibliotecario Vibonese, Provincia di Vibo Valentia. Comune di Vibo Valentia, Casa Circondariale Vibo Valentia, Napoli Fringe Festival, Fondazione Campania dei Festival, FattoreK, Sistema delle Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale, Biblioteca Renato Nicolini di Roma.
Nel 2016, Luchino Giordana (attore e regista), Ester Tatangelo (regista e drammaturga) e Valentina Valsania (attrice e regista) decidono di unire i loro percorsi, fondando la compagnia pupilunari e individuando nell’Associazione Culturale Hermit Crab, di cui sono soci, l’organo giuridico preposto alla produzione e amministrazione dei progetti artistici della compagnia pupilunari.

BIGLIETTI D’INGRESSO
€ 7 intero
€ 5 ridotto (under 30 / over 65)

INFO E PRENOTAZIONI
www residenzateatrobadolato.com
scrivi a prenotazionicarro@gmail.com o contatta l’organizzazione al 348.31.25.747 o al 340.82.02.119
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Progetto realizzato da
Teatro del Carro | residenza artistica MigraMenti.Spac
“Sentieri Calabresi” – rassegna di teatro contemporaneo

- cofinanziato da Regione Calabria e Mibac
col patrocinio di Città di Badolato – Teatro Comunale

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